Università degli Studi
Le università in Italia rientrano principalmente in due tipologie di enti:
- enti pubblici non statali
- ente privato.
Alcuni istituti di istruzione sono rapportabili, invece, alla chiesa cattolica (Università Cattolica del Sacro Cuore).
Come enti autonomi di diritto pubblico «la competenza sugli interventi nei confronti del materiale archivistico delle università degli studi è da considerarsi propria delle soprintendenze archivistiche» [R. Collavo Baggio, Archivi delle università: sorveglianza o vigilanza?, «Rassegna degli Archivi di Stato», XXX/3, 1970, pp. 658-659].
La natura di ente pubblico non statale è stata sancita ulteriormente dal Decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e dal Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165; mentre il Codice dell’Amministrazione Digitale definisce le università come pubbliche amministrazioni centrali, assoggettandole alle direttive centrali in materia di ICT.
Si riscontrano quattro fasi dell’attività normativa:
1. dall’Unità d’Italia al Fascismo
2. dalla riforma Gentile all’emanazione della Costituzione della Repubblica Italiana:
3. dalla Costituzione ai primi anni Ottanta del Novecento
4. dal Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica fino ai giorni nostri.
Con l’unità d’Italia divennero organi dello Stato alle dipendenze del Ministero della pubblica istruzione. La riforma Gentile del 1923 riconobbe personalità giuridica, senza una reale forma di autonomia. La Costituzione, grazie all’art. 33, comma 5, affermò il “diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello stato”.
Nel 1989 venne sancita l’autonomia normativa, finanziaria, organizzativa e didattica (possibilità di emanare statuto, regolamento generale, regolamento didattico, regolamenti finanziari e per le strutture didattiche e di ricerca).
Compilatori
- Prima redazione: Eleonora Todde (ricercatrice UniCa) - Data intervento: 03 novembre 2020
Link risorsa: https://patrimonio.archiviostorico.unica.it/institutions/1